F.D.A. Bocca di rosa e altre storie
Omaggio a Fabrizio De Andrè
ideazione e adattamento
IVANA FERRI
con
BRUNO MARIA FERRARO
Musiche
Fabrizio De André
Testi e testimonianze
Michele Serra, Don Luigi Ciotti, Fernanda Pivano, Carla Corso, Vincenzo La Manna, Edgard Lee Master, Fabrizio De André, Alessandro Gennari
Durata
100 minuti (senza intervallo)
Disegno luci
Gianni de Matteis
Luci e fonica
Massimiliano Bressan
Assistenza tecncica
Andrea Borgnino
Materiali audio luci
DB Sound - Asti
Organizzazione
Mary Rinaldi
Assistente di produzione
Silvia Demofonti
Produzione
Tangram Teatro Torino
In un’epoca che tutto consuma e brucia è insolito che uno spettacolo giunga al ventesimo anno di repliche continuando a raccogliere intorno a sé un pubblico sempre numeroso e sempre partecipe.
Continua così lo straordinario viaggio di FDA BOCCA DI ROSA E ALTRE STORIE spettacolo teatrale in memoria di Fabrizio De Andrè che da anni percorre i palcoscenici teatrali.
E' il ricordo di Fabrizio De André con uno spettacolo musicale che ha ottenuto uno straordinario successo di pubblico. Un’occasione per condividere ricordi lontani ed emozioni che appartengono al nostro passato recente, ma che sono anche lo specchio della nostra coscienza sociale.
“ …E’ uno spettacolo che ha accompagnato anni del nostro lavoro, più di seicento repliche e migliaia di spettatori che si ritrovano una sera in un teatro con la voglia di ripercorrere i ricordi che ognuno di noi ha messo lì dentro quelle sue canzoni, quelle sue poesie. Persone dai vestiti diversi, diverse per età, che non c’entrano niente l’una con l’altra, ma che hanno gli stessi occhi, gli stessi sorrisi, quegli occhi e quei sorrisi a cui lui, Fabrizio De Andrè, è riuscito a parlare.”
Bruno Maria Ferraro - Ivana Ferri
Note allo spettacolo
Bocca di rosa, Marinella, Tito e tantissimi altri personaggi del mondo degli emarginati, dei vinti ci sono divenuti familiari acquistando almeno nel nostro immaginario la dignità dell’esistere. Con De André è scomparso qualcuno che a tutti sembrava di conoscere, un amico discreto che ha accompagnato le nostre riflessioni, che ci ha regalato preziosi momenti di poesia. Un compagno di tante serate passate tra amici a ricomporre e rivivere meravigliosi affreschi umani, trasportati da una poesia semplice ed essenziale, in grado di raggiungere tutti.
Quanti di noi hanno ripreso in mano, dopo la scomparsa di Fabrizio de André, vecchi dischi di vinile segnati dal tempo, e lo hanno ancora una volta cercato. Hanno rivissuto con le sue canzoni il gusto e la fierezza di essere contro. F.D.A BOCCA DI ROSA… E ALTRE STORIE è un delicato "viaggio" nel tempo, che lontano da finalità commemorative vuole essere l’affettuoso ricordo di un artista che ha lasciato un segno indelebile e un grande vuoto.
APPUNTI DI VIAGGIO
Era gennaio del 1999 e con Ivana Ferri stavamo lavorando ad un progetto di spettacolo sulla canzone d’autore, dei grandi maestri tra cui Brassens, Brel, Choen e altri. Ci piaceva l’idea di portare questo patrimonio di poesia all’interno di un contenitore teatrale. Arrivò in quei giorni la notizia della scomparsa di Fabrizio De Andrè.
Io Fabrizio l’ho conosciuto da sempre, le sue canzoni, le sue storie. Fin da quando ragazzino imparavo a suonare la chitarra, le sue canzoni così semplici, immediate, trasgressive erano state pietre preziose da infilare in una lunga collana di racconti in musica. E poi gli amici, le serate passate a suonare, cantare e poi ancora a suonare e cantare le guerre di Piero, le canzoni di Marinella, le città vecchie.
Quelle canzoni “sembravano quasi scritte da noi”, erano un tramite per raccontare emozioni, condividere prese di posizione, per sentirci parte di un mondo che davvero tra un po’ sarebbe cambiato e sarebbe stato sicuramente migliore.
Il mondo ora non è cambiato così tanto come speravamo, ma un po’ si, e a legare il tempo continuano ad essere queste meravigliose gocce di umanità che circolano accompagnate da un semplice suono di chitarra e diventano riflessioni, crescita, consapevolezza.
E quando l’11 gennaio di tanti anni fa lui se ne è andato, la sensazione è stata particolare, strana. Lo stesso senso di vuoto e di solitudine che lascia una persona che ha condiviso il tuo quotidiano, con cui hai parlato a lungo che c'è sempre stata. Un’onda emotiva che ritrovavi negli altri, che condividevi in silenzio, con qualche imbarazzo, ma grande, presente e forte.
Una delle sere successive di quel gennaio 99 con Ivana e i musicisti, faticando a riprendere il “filo” delle nostre prove nacque un’idea, piccola e semplice. Decidemmo di dedicare una serata nel nostro teatro a lui, alle sue storie, ai suoi personaggi. Pensammo di riprodurre una delle tante serate passate a cantare le sue canzoni in modo informale, senza grossi perché, così…. solo per il piacere di farlo. Un piacere sottile che non attenuava quel vuoto strano.
Ripresero vita Marinella, Jones, Tito, Geordie e tanti, tanti personaggi che come lui, ci sembra aver conosciuto e che sono stati compagni di un viaggio lungo. C’era quella sensazione bellissima di condividere con il pubblico l’orgoglio di essere “contro”, di dare voce a chi non ce l’ha, di guardare ai margini della nostra società imperfetta.
Tutto qui. Niente di più.
FDA BOCCA DI ROSA E ALTRE STORIE è nato così, come un fiore che cresce piano, con tanti amici intorno a suggerire, a dare piccole indicazioni, a cercare materiali in modo discreto, senza retorica e con occhi grandi e lucidi. Poi fu replicato alcune volte, sempre al Tangram Teatro e la gente veniva, sempre più numerosa e avevano sorrisi belli e muovevano piano le labbra perché quelle canzoni lì le conosciamo tutti, anche (e questa fu una delle tante sorprese) i ragazzini.
E senza fatica lo spettacolo cominciò ad andare in giro a toccare teatri piccoli e grandi, ad aprire Festival , a confrontarsi con grandi platee estive, alle due tournèe in Svizzera dove anche lì il pubblico cantava sottovoce e aveva sorrisi negli occhi.
E’ uno spettacolo che ha accompagnato tanti anni del nostro lavoro, più di 600 repliche e migliaia di spettatori che si ritrovano una sera in un teatro con la voglia di ripercorrere i ricordi che ognuno di noi ha messo lì, dentro quelle sue canzoni, quelle sue poesie. Persone dai vestiti diversi, diverse per età, che non c’entrano niente l’una con l’altra, ma che hanno gli stessi occhi, gli stessi sorrisi, quegli occhi e quei sorrisi a cui lui, Fabrizio De Andrè, è riuscito a parlare.
Bruno Maria Ferraro