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LAURA CURINO
Rachel Carson – La signora degli oceani
di Massimiano Bucchi
con Laura Curino
regia Marco Rampoldi
scenografia Lucio Diana
luci Alessandro Bigatti
costume Agostino Porchietto
musiche originali Social Fever
assistente alla regia Beatrice Marzorati
Si ringraziano
Paola Ornati per l'assistenza drammaturgica
Museo della Macchine da scrivere - Milano
Lodovica Gullino, instancabile e fattiva fonte di ispirazione
Fondazione del Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale
Tangram Teatro Torino
Associazione Culturale Muse
In collaborazione con Festival Agricoltura Coltivato 2025
NOVITA' 2025
debutto Teatro Gobetti - Torino
18.03.2025
“Avrei potuto dire con Emily Dickinson: non ho mai visto una brughiera, non ho mai visto il mare. Eppure so com’è fatta l’erica, e come è fatta un’onda”.
In questo emozionante racconto teatrale, Laura Curino dà vita a una delle figure più influenti del XX secolo: Rachel Carson, pioniera dell’ambientalismo moderno.
Nata nel 1907 in una fattoria della Pennsylvania, Carson non aveva mai visto il mare fino ai vent’anni, quando decise di dedicare la propria vita alla biologia marina.
Questa scelta segna l’inizio di un percorso che avrebbe rivoluzionato la scienza e la coscienza ambientale globale. Nel corso degli anni, Carson sviluppò una profonda comprensione degli oceani e affinò uno stile di scrittura nitido e poetico, capace di tradurre complesse nozioni scientifiche in parole accessibili.
Le sue opere più celebri – Il mare intorno a noi (1951) e Primavera silenziosa (1962) – restano pietre miliari. In quest’ultimo saggio, denunciò con coraggio gli effetti devastanti di alcune sostanze chimiche e dell’inquinamento, scuotendo le coscienze.
Attraverso il testo di Massimiano Bucchi e la regia di Marco Rampoldi, Laura Curino ricostruisce non solo la figura della Carson scienziata e scrittrice, ma anche quella della donna che trovò un grande sostegno nella profonda amicizia con Dorothy Freeman e nella fitta corrispondenza che per dieci anni segnò il loro legame.
Le scene di Lucio Diana, le luci di Alessandro Bigatti e le musiche – alcune originali – evocano l’intreccio tra l’amore per la conoscenza e quello per la natura.
A sessant’anni dalla sua scomparsa, il suo messaggio di difesa dell’ambiente risuona ancora più forte che mai. Per la scrittrice Margaret Atwood, “gli esseri umani hanno un enorme debito di riconoscenza nei confronti di Rachel Carson, e se ci addentreremo nel XXII secolo come specie, in parte lo dovremo a lei”.
«L’idea di uno spettacolo su Rachel Carson è partita da Laura Curino - scrive Massimiano Bucchi - per cui una decina di anni fa avevo già scritto il testo La solitudine del premio Nobel la sera prima della cerimonia. Laura ha letto un mio articolo dedicato ai libri sul mare della Carson, recentemente ripubblicati da Aboca edizioni. Il progetto si è poi concretizzato grazie al Teatro Stabile di Torino, a Tangram Teatro e al Festival Coltivato2025 di Lodovica Gullino».